giovedì 23 ottobre 2014

Un gioco che si può tradurre in malattia ma anche in guarigione

Il gioco d’azzardo è un passatempo ed una passione che esiste da secoli: si pensi, ad esempio, al gioco del poker tipico delle scene dei saloon nel far west o alla roulette russa già diffuso nei primi secoli del Novecento. Regredendo ancor più nei secoli, possiamo fare riferimento a narrazioni sull’antica Grecia legate alle scommesse degli indovini sui risultati dei giochi olimpici e sull’antica Roma dove sui combattimenti dei gladiatori si poteva puntare delle somme di denaro, le cosiddette “munera”.

traduzioni giochi d'azzardo



Stiamo parlando di tutti quelle forme ludiche nelle quali si gioca con l’intenzione di vincere denaro e nei quali non è solo l’abilità del giocatore a tradursi in vittoria o perdita, ma dove la sorte influisce, in parte o del tutto, sul risultato della partita o della giocata. 

Questa tipologia di hobby non si traduce sempre in un’azione pericolosa, molte persone giocano in modo responsabile. Purtroppo, però, molte persone  con il tempo traducono il gioco in una mania, sviluppando comportamenti compulsivi, così come avviene in soggetti affetti da dipendenza da sostanze.

La dipendenza dal gioco d’azzardo è uno dei problemi degli ultimi anni che, come gran parte delle malattie nate e sviluppatesi nella società moderna, ha tradotto uno degli aspetti della nostra realtà attuale in una manifestazione di un disagio psichico-sociale. Esso può essere curato ma purtroppo, così come altre malattie psicologiche del giorno d’oggi, viene sottovalutato e talvolta non riconosciuto. Si pensi, ad esempio, che  un famoso brand di cosmesi dato il nome di “Daring game”, termine  che si traduce in italiano con “gioco d’azzardo”, ad una sua collezione limited edition. 

Questo è solo uno dei tanti esempi che dimostrano come tale effettivo e grave problema viene tradotto con eccessiva leggerezza, anziché essere ponderato e curato per ciò che è, ovvero una malattia. La ludodipendenza viene sottovalutata poiché i giochi dei quale si serve sono molto diffusi e considerati come passatempi comuni: i gratta e vinci, il lotto, il supernalotto, il “Win for life”, il bingo, i giochi on line con vincite in denaro, i giochi al casinò, le videolottery e le slot machine, le scommesse sportive o ippiche.
Ripetiamo che, non sempre la pratica dei giochi elencati si traduce in problema. L’hobby si traduce in malattia quando viene manifestato un persistente bisogno di giocare, quando il tempo e il denaro impiegati in essi aumentano in modo progressivo fino a condizionare in modo significativo gli altri ambiti della propria vita (la famiglia, il lavoro, il tempo libero) e  investire al di sopra delle proprie possibilità economiche.


Bisogna inoltre puntualizzare gioiosamente che esistono cure specifiche per affrontare la problematica. Tale problema non è necessariamente destinato a tradursi in una sconfitta per la persona momentaneamente affetta da ludodipendenza  per la sua famiglia. La dipendenza da gioco può essere trattata, in particolar modo con percorsi mirati di psicoterapia ad orientamento cognitivo comportamentale. 

Nonostante sia indispensabile rivolgersi ad un esperto in materia, è fondamentale che la persona che manifesta tale problematica venga accompagnata e circondata da persone che gli dimostrino di essere benvoluto e amato, quali familiari e amici. Ricordiamo infatti che molto spesso le malattie di natura psicologica sono la traduzione di una carenza affettiva o di un disagio relazionale. È fondamentale inoltre che sia la persona affetta, sia i suoi familiari o amici tengano a mente che qualsiasi persona non è malata, bensì momentaneamente affetta da una malattia: nessuno nasce con una malattia psicologiaca, quindi nessuno è destinato a convivervi per sempre. Si può sempre guarire.

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